Vi siete mai chiesti quale sarà o come sarà la gestione dei rifiuti in futuro ?
.Partiamo e riepiloghiamo come funziona oggi, anche dal punto di vista amministrativo.
L’ art 1 della L.152/2006 italiana, così come il regolamento europeo, recita precisamente:
“E’ rifiuto tutto ciò che l’ utente se ne disfa, o intende disfarsene o è obbligato disfarsene”.
Ogni Stato, europeo e non, ha una gestione autonoma, ma 1 una cosa in comune:
1) il concetto di far pagare all’ utente ( persona fisica o giuridica ) una quota per trasportare/ricevere il materiale di quello che “se ne disfa”
2) il concetto di “farvi il piacere” di ricevere in omaggio il materiale che “ve ne disfate”
3) aver organizzato con i Ministeri dell’ Ambiente ( o con nomi simili ) un sistema di autorizzazione/approvazione a pagamento da rilasciare a delle aziende, pubbliche e/o private, elencate in uno o più “Albo”, al fine che divise per settore e categorie di rifiuti ( chiamati codici CER ) eseguano o possano eseguire l’ attività di “impianto di riciclo” dei rifiuti
4) il concetto di “chi inquina paga”
facciamo un confronto tra stati
Ogni Stato quindi applica delle regole e organizza dei pagamenti da ricevere. Sempre più o meno simili, ma sempre a proprio favore delle “casse” della pubblica amministrazione.
In Svizzera fanno pagare una “tassa sul sacco”. Cioè per consegnare dei rifiuti, che sia umido, o indifferenziata, o altro, ogni utente deve comprare al supermercato o in Comune il tipo sacchetto specifico dove inserire i propri rifiuti, un colore di sacchetto per ogni tipologia di rifiuti, con un sistema identificativo della persona ( un numero o codice a barre, un RFID, o altro ) al prezzo di 5 o 6 o 10 FrCH ( circa 5 o 6 o 10 € circa ). Quindi, in Svizzera, l’ utente è attento a riempire bene il sacchetto, schiacciando bene i rifiuti, e quindi paga per la quantità di rifiuti che avvia a “impianto di riciclo”
Nel Regno Unito demanda l’ incasso del servizio alla “tassazione unica comunale” che comprende il servizio di presa e trasporto e trattamento dei rifiuti unitamente a quella degli altri servizi comunali, come le scuole, le farmacie, eventi, ecc profilando l’ importo al numero di persone abitanti nell’ appartamento e al quartiere dove si abita. Quindi, nel Regno Unito non interessa all’ utente le quantità di rifiuti, i loro volumi, o la differenzazione della loro qualità di materiale
In Italia le tabelle di tassazione sui rifiuti, è gestito e organizzato dalle Province, in funzione delle indicazioni delle Regioni, che autonomamente determinano il concetto dei parametri, a favore delle “casse comunali” che appaltano a prezzi calcolati in peso o volume previsiti delle aziende prevalentemente con interesse/partecipazione pubblica : c’è che la applica ai metri quadrati di superficie degli immobili, c’è chi la pratica per numero di persone residenti negli immobili, ai fini dei rifiuti domestici, c’ è chi la pratica per volumi degli immobili, ai fini dei rifiuti industriali o speciali. Quindi, in Italia nessuno sà come deve fare per pagare un valore “giusto” per quello che “se ne disfa”